Durante il viaggio in Romania, soprattutto nelle Regioni più distanti dalle grandi città, è possibile partecipare ad alcune feste tipicamente locali e scoprire così antiche tradizioni, usi e costumi.
Solitamente queste feste sono dovute e legate al succedersi delle stagioni e ai lavori agricoli di una volta, come la Festa della mietitura, della prima Mungitura delle pecore e della Vendemmia. Oppure sono feste cristiane che trovano origine negli antichi riti pagani. Il popolo romeno, molto legato alle tradizioni, sente molto queste feste e vi partecipa numeroso e calorosamente.
Le feste invernali iniziano il 6 dicembre con il giorno di San Nicola durante il quale i bambini, se sono stati buoni durante l’anno, ricevono i regali o un bastone nelle scarpe se devono essere puniti.
Durante le feste natalizie i bambini romeni, vestiti con abiti caratteristici, si recano in visita nelle case per il Colindatul, gli auguri cantati, in cambio di una tradizionale ciambella dolce intrecciata, simbolo di prosperità. Tra i canti più intonati ci sono “Mos Ajunul” (Babbo Vigilia), la “Steaua” (La stella),
Il Plugul è un antico canto dai temi rurali che intonano a primavera i ragazzi per festeggiare l’inizio del nuovo anno. Il Plugul accompagna un simbolico aratro del giardino di casa in segno di buon augurio.
Le origini delle Festa della capra sono antichissime e risalgono al rito pagano di sacrificio dell’animale per gli dei. Negli anni il sacrificio della capra è stato abbandonato e la cerimonia attualmente prevede un rito collettivo durante il quale si lancia del grano sulla capra in segno di augurio e prosperità per il nuovo anno.
Nel giorno dell’Epifania in Romania si celebra il Boboteaza, il battesimo di Gesù nel Giordano. Durante le celebrazioni si benedicono le acque gelide dei fiumi e dei laghi: il prete getta un crocifisso e gli uomini nuotano per recuperarlo. La credenza vuole che chi lo recupera non avrà malattie per tutto l’anno. Il 7 gennaio si festeggia San Giovanni, ultimo giorno di festa.
In Romania la Pasqua è una festa molto sentita e i credenti digiunano nei quaranta giorni precedenti per purificare il corpo e lo spirito. La Settimana Santa è aperta dalla “Domenica dei fiori” quando vengono rievocate le passioni di Cristo, poi il Giovedì Santo vengono letti i 12 vangeli, uno per ogni ora del giorno. Il sabato sera si celebra la suggestiva Messa della mezzanotte.
Durante la settimana le case vengono dipinte, i giardini sistemati e iniziano anche i preparativi per il pranzo pasquale durante il quale tutti gli invitati indossano vestiti nuovi. I bambini ricevono uova dipinte, dei veri e propri capolavori, che il capofamiglia rompe sbattendole contro quelle del vicino di tavolo esclamando: Hristos a inviat, Cristo e risorto, mentre l’altro risponde Adevarat a inviat, è veramente risorto.
La Festa di Sanziene o Dragaica si festeggia il 24 giugno ed è la più spettacolare festa pagana inclusa nel calendario delle feste cristiane ortodosse della Romania. La Sanziene è una festa collegata al mito della fertilità della terra e le vergini raccolgono la pianta Sanziene per lavarsi con la rugiada e restare sempre belle e giovani.
La Festa di Martisor segna l’arrivo della primavera e si celebra il 1 marzo. La festa nasce dalla leggenda di un giovane rumeno che ha sacrificato la sua vita per liberare il sole dall’inverno. Durante il Martisor si regala un ciondolo con un filo intrecciato di due colori: rosso come il sangue e bianco come la neve. Il ciondolo è un portafortuna e allontana dalle malattie e dal malocchio.
II 30 novembre si festeggia Sant’Andrea, il santo patrono della Romania e colui che ha portato il cristianesimo in queste Regioni. La notte, chiamata la notte del lupo che porta l’inverno, notte degli spiriti oppure notte dei sortilegi, si chiudono tutte le finestre e le porte delle case che vengono anche unte di aglio per tenere lontani gli spiriti. La notte di Sant’Andrea è anche la notte durante la quale le ragazze possono conoscere il loro futuro guardando il fondo di un pozzo alla luce di una candela.
Il mito di Dragobete, simile al Cupido, si festeggia il 24 febbraio, quando la natura si risveglia per la primavera e le ragazze corrono lungo le strade del villaggio inseguite dai ragazzi. Se il ragazzo raggiunge la ragazza che gli piace e lei lo bacia, il loro fidanzamento è ufficiale.